Tasi, i teramani tra i più "tartassati" d'Italia

TERAMO – Teramo tra le città più “tartassate” dalla nuova Tasi. Il rincaro rispetto alla “vecchia” Imu supera infatti le 75 euro con un aumento che in termini percentuali supera il 30%. A rivelarlo è un’indagine della Cgia di Mestre che pone a confronto gli importi che i proprietari di prime case pagheranno con l’introduzione della nuova tassa sui servizi indivisibili e quelli invece versati nel 2012 quando c’era l’Imu. Il raffronto riguarda 76 Comuni capoluogo di provincia, tra questi Teramo che finisce nella "lista nera" delle città con i rincari più alti piazzandosi al settimo posto dietro Verbania (l’aumento è di 200 euro), Mantova (+ 120 euro), Prato (+ 117 euro), Trieste (+ 100 euro), Ascoli Piceno (+ 85 euro) e Lucca (+ 83 euro).

I calcoli dell’Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre sono stati effettuati sulla rendita catastale media di 76 Comuni capoluogo di provincia e prendono in considerazione un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2, cioè la più diffusa) e le aliquote e detrazioni previste nelle delibere comunali pubblicate entro l’8 settembre sul sito del Dipartimento delle Finanze. In base a questi dati, con la Tasi il prelievo medio sull’abitazione principale a Teramo raggiungerà le 319 euro, 75 in più rispetto all’Imu 2012. Insomma la più classica delle "stangate". In media, a livello nazionale, la Tasi sarà invece più "leggera" dell’Imu in due località su 3 (all’appello mancano ancora almeno 25 Comuni capoluogi di provincia). In particolare s’avvantaggeranno del "cambio" i cittadini senesi (il risparmio è di ben 374 euro per i proprietari di prime case) e i residenti di alcune grandi città come Torino (-332 euro), Roma (-319), Milano e Genova (-174) e Napoli (-165).